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La lotta ai tumori diventa molecolare

Oncologia Redazione DottNet | 16/01/2018 20:01

Messe a punto nuove strategie per aggredire il cancro

La lotta ai tumori è cambiata negli anni diventando hi-tech. L'identikit di un tumore non è più legato a un organo ma è ormai molecolare. Questo nuovo approccio ha portato i ricercatori ad affinare le strategie di contrasto, sempre più mirate: dal gene Thor che, come il personaggio dei fumetti della Marvel, aggredisce il cancro, ai motori molecolari che come una 'droga' alimentano i tumori. L'ultima arma hi-tech anticancro è stata messa a punto dai ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston.

Descritta sulla rivista dell'Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas), è una molecola disegnata ad arte per bloccare una specifica proteina che, come un 'jolly', tiene in vita molti tumori: dai linfomi alle leucemie al cancro al seno. -

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SPINGERE LE CELLULE AL SUICIDIO: "Quella messa a punto dal Mit è una strategia che favorisce il suicidio delle cellule tumorali, un processo di morte programmata che prende il nome di apoptosi", ha spiegato all'ANSA Fabrizio d'Adda di Fagagna, ricercatore dell'Ifom (Istituto Firc di Oncologia Molecolare) e dell'Istituto di genetica Molecolare del Cnr di Pavia. Quando una cellula accumula troppi errori nel proprio Dna, sceglie infatti di darsi la morte pur di non diventare cancerosa. Molti tumori, però, riescono ad aggirare questa morte grazie alla proteina Mcl-1, che consente alle cellule tumorali di crescere in modo incontrollato. La proteina disegnata dai ricercatori del Mit interviene proprio contro Mcl-1, bloccandola e consentendo alle cellule cancerose un 'suicidio onorevole'. Ma favorire il suicidio dei tumori è solo una delle strategie hi-tech in campo. -

LA DROGA DEI TUMORI: Di recente, il gruppo della Columbia University di New York guidato da Antonio Iavarone ha scoperto il 'generatore di energia' dal quale i tumori dipendono come una droga per avere una continua 'ricarica' e che potrebbe diventare bersaglio di farmaci mirati. -

IL GENE THOR: Sempre dagli Stati Uniti, dall'Università del Michigan, arriva la scoperta del gene Thor, che ha un impatto diretto sullo sviluppo del cancro: spegnendolo nelle cellule malate, infatti, la crescita del tumore rallenta. Anche Thor potrebbe essere il bersaglio di nuovi farmaci antitumorali. -

NANOPARTICELLE: Un altro approccio, dell'Università britannica di Surrey, è basato su nanoparticelle 'intelligenti' che combattono il tumore col calore uccidendo solo le cellule malate. -

VARIANTI GENETICHE POP: La ricerca si concentra anche sulla caccia di nuove varianti genetiche. Come le 60 scovate dall'Università britannica di Cambridge che predispongono al tumore al seno, molto più 'popolari' dei geni Brca1 e 2 resi celebri dal caso di Angelina Jolie. "La maggior parte di queste strategie - ha concluso d'Adda di Fagagna - hanno un aspetto comune: inibire bersagli molecolari dentro le cellule non raggiungibili da vie tradizionali".

fonte: ansa

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